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Web talk Anteprima sull'uscita del libro LAVORARE DIS/PARI
Insieme al Corriere della Sera, martedì 4 aprile, con l'inserto Buone Notizie, sarà in distribuzione gratuita il libro Acli – Area Lavoro e Coordinamento Donne – LAVORARE DIS/PARI. UN’INDAGINE SULLA DISPARITÀ SALARIALE DI GENERE”.
Lunedì 3 aprile alle ore 18.00 nel corso di un web talk sui canali social (https://www.facebook.com/events/1098854834840612; https://www.youtube.com/watch?v=80f5YKf96Oc) delle Acli ci sarà una breve anteprima insieme a Elisabetta Soglio, direttrice di Buone Notizie, Federica Volpi, coordinatrice dell'indagine e al presidente delle Acli Nazionali nostro Presidente Emiliano Manfredonia.
Dati inail su infortuni e malattie sono preoccupanti, servono investimenti a livello culturale e produttivo
Dal comunicato stampa del Presidente del Patronato ACLI Cremona, Roberto Oliva:
“È triste dover constatare anche quest’anno un aumento di infortuni e malattie professionali – ha dichiarato il Presidente del Patronato ACLI della provincia di Cremona Roberto Oliva commentando i dati resi noti dall’INAIL relativi al 2022 – I dati purtroppo confermano un trend in crescita di richieste di riconoscimento della malattia professionale che arrivano tutti i giorni negli sportelli del Patronato
nell’intero territorio nazionale”.
Uno dei dati più preoccupanti è quello che riguarda le malattie professionali perché ancora oggi è difficile che i lavoratori affetti da alcune patologie a seguito del lavoro si attivino per far valere i loro diritti e ottenere le giuste tutele. “I dati su infortuni e malattie professionali purtroppo sono sottostimati – ha detto Oliva – perché sappiamo, anche grazie al lavoro quotidiano dei nostri operatori, che c’è ancora molta reticenza a denunciare un infortunio o ad indagare a fondo su una malattia. Anche in questo caso c’è bisogno di far conoscere a tutti i cittadini quali sono i loro diritti, serve una vera opera di alfabetizzazione su cui siamo tutti chiamati ad intervenire”.
Tutti i lavoratori che abbiano bisogno di una consulenza medico legale su misura possono trovare qui la sede Patronato Acli più vicina e chiedere un appuntamento (link esteso www.patronato.acli.it/trova-la-sede/).
Per approfondire:
Cosa fare in caso di infortunio sul lavoro? Qui le istruzioni con video informativo a cura del Patronato Acli.
Infortunio sul lavoro in itinere, cosa fare per ottenere l’indennizzo
Tra gli infortuni tutelati dall’Inail c’è anche quello in itinere: trattasi dell’infortunio che avviene sulla strada per andare al lavoro, ed è proprio questo collegamento diretto con l’attività lavorativa che ne assicura la tutela.
Tre le casistiche specifiche che consentono l’indennizzo da parte dell’ Inail:
- L’infortunio che avviene durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro. Da sottolineare il fatto che il mezzo privato (auto – motocicli ecc.) deve essere sempre necessitato, altrimenti è tutelato solamente l’utilizzo dei mezzi pubblici, oppure il percorso a piedi se entro il chilometro di distanza;
- infortunio che avviene durante il normale percorso che collega due luoghi di lavoro, se il lavoratore ha più rapporti di lavoro;
- infortunio che avviene durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di lavoro a quello di consumazione abituale dei pasti, qualora non sia presente un servizio di mensa aziendale.
Da tenere presente che per i lavoratori che svolgo la propria attività lavorativa sui mezzi di trasporto, camion, furgoni, autobus ecc, in caso di infortunio trattasi di infortunio in occasione di lavoro e non di infortunio in itinere.
Segui le nostre indicazioni e guarda il video per scoprire cosa significa infortunio in itinere, quali sono le lesioni tipiche dell’infortunio in itinere e cosa fare per ottenere l’indennizzo INAIL nel caso di infortunio sul lavoro.
La tutela della salute nell’ambito del lavoro è un diritto che va esercitato senza alcuna remora.
Cosa fare nel caso di infortunio sul lavoro in itinere
+informati +sicuri con il Patronato Acli
Servizio di assistenza e tutela medico legale per infortuni sul lavoro
Il Patronato offre un servizio di assistenza e tutela medico legale a chi ha subito un infortunio sul lavoro, ritiene di aver contratto una malattia professionale, vuole ottenere dall'INAIL ciò che gli spetta di diritto, cerca assistenza medico legale per il riconoscimento del suo caso, o ancora, chiede il giusto indennizzo economico per il danno subìto.
Non da ultimo si sottolinea che anche l’infezione da Covid-19 contratta sul lavoro è considerata come infortunio lavorativo in base al c.d. “Decreto Cura Italia” e, pertanto, può essere tutelata dall’Inail come tale.
ACLI: Covid-19 e lavoro, in Lombardia troppi casi sommersi
“La regione Lombardia ha registrato più di 85.000 contagi Covid-19, ci chiediamo quanti siano gli infortuni lavorativi da Covid-19 non denunciati” così Roberto Oliva, Presidente Provinciale del Patronato Acli di Cremona “Sono state 12.774 le denunce di infortunio INAIL in Lombardia, pari al 34,2% sul totale Italia, dove i casi denunciati al 4 maggio 2020 sono stati 37.352.”
Dalle sedi territoriali del Patronato ACLI, a cui stanno arrivando diverse richieste di assistenza e tutela, risulta che il 15% di tali segnalazioni riguardano lavoratori che hanno contratto il virus sul luogo di lavoro, ma trattate come malattia comune e quindi senza alcuna denuncia di infortunio all’INAIL, senza aver richiesto le giuste tutele.
“La trattazione di un infortunio sul lavoro da Covid-19 come malattia comune, per il lavoratore equivale ad una perdita di diritti e tutele su aspetti contrattuali ed economici rilevanti” continua il Presidente del Patronato Acli di Cremona “ricordiamo solo che >la copertura INAIL ha una durata di 10 anni dall’evento. Inoltre, ad oggi i medici non sanno quale sia l’evoluzione nel tempo dell’infezione: nel caso di infortunio lavorativo, nei 10 anni è possibile richiedere il riconoscimento di eventuali aggravamenti, laddove dovessero manifestarsi oppure aggravarsi i postumi permanenti patiti dal lavoratore; queste situazioni sarebbero indennizzate dall’Inail rispetto alla loro gravità”.
Il lavoratore è tutelato dall’INAIL se il contagio è considerato come lavorativo, solo così potrà ottenere il giusto risarcimento economico del danno alla salute subito: parliamo dell’indennità temporanea, dell’indennizzo per danno biologico, della rendita diretta per inabilità permanente e nei casi più gravi della rendita ai superstiti e dell’assegno funerario.
Il Patronato ACLI di Cremona attraverso i suoi operatori specializzati e i suoi consulenti medici ha organizzato, un servizio di tutela riservato a chi ritiene di aver contratto il Covid-19 a causa dell’attività lavorativa, scrivendo all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. è possibile fissare un appuntamento.
Da 70 anni la storia di persone che danno valore al lavoro
Incontro a Cremona su giovani e lavoro
Giovedi 24 maggio 2018 ore 21 presso Acli di via Massaia a Cremona si tiene l'incontro "GIOVANI E LAVORO: CERCATORI O CREATORI?", presentazione di esperienze con DON BRUNO BIGNAMI, vicedirettore Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI, con la testimonianza di IRENE IOFFREDO, progetto Policoro.
Lavorare sì, ma con dignità
Conclusa l'11ª edizione della Scuola di Pace che anche quest’anno ha visto la partecipazione di oltre 100 studenti di sei Istituti superiori cittadini. Sei anche le Associazioni coinvolte: Caritas, Centro Missionario, Ipsia, La Siembra, Libera, Migrantes.
Si è conclusa giovedì scorso, 6 aprile, nella Sala Pietro da Cemmo, con l’intervento di Gabriele Nichetti, apicoltore cremasco, l’edizione 2017 della Scuola di Pace che quest’anno aveva come tema conduttore il lavoro, considerato non tanto come diritto in sé, ma come portatore di diritti nei confronti dei lavoratori, in primo luogo della loro dignità.
Anche quest’anno tre Uffici di Pastorale, Caritas, Centro Missionario e Migrantes, insieme a tre Associazioni, Ipsia (Acli), La Siembra e Libera, hanno condotto i 6 laboratori che hanno interessato altrettante classi di Istituti Superiori cittadini: Dante Alighieri, Itis, Marazzi, Pacioli, Racchetti (Scienze Umane), Sraffa.
Tutto era iniziato il 19 gennaio con un intervento di Mohamed BA, attore senegalese, da oltre 15 anni in Italia. Unendo la cultura della sua terra d’origine, l’Africa, con quella della sua terra d’adozione, l’Italia, Ba ha ripercorso alcuni momenti drammatici della nostra storia industriale, soffermandosi in particolare sul Petrolchimico di P. Marghera e sulla tragedia della Tyssen-Krupp per lasciare agli studenti alcuni concetti chiave:
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Il nostro capitale non è ciò che possediamo, ma la comunità in cui siamo, per questo il NOI è più importante dell’IO;
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L’importanza di cambiare prima di tutto NOI STESSI;
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La ricerca caparbia e decisa del SAPERE e non dell’AVERE.
Nei mesi di febbraio e marzo sono seguiti due interventi, nelle singole classi, delle Associazioni promotrici la Scuola di Pace, con l’obiettivo di approfondire il tema del lavoro in tutte le sue sfaccettature, senza mai perdere di vista il tema della dignità, cioè l’attenzione verso il lavoratore in quanto persona e portatore di un sapere e di una fatica.
Diversi i mezzi e le tecniche utilizzate per aiutare gli studenti in questo, possiamo ben dirlo, faticoso lavoro, ma le aspettative non sono andate deluse. In occasione della plenaria, ogni classe ha presentato, chi con un video, chi con dei pensieri, chi con un articolo strutturato, le riflessioni emerse. Fulcro di ogni ragionamento è che il lavoro non è solo un diritto in sé, ma fonte di molti diritti per i lavoratori. Da questo principio si è poi spaziato su tanti temi scottanti: il caporalato, lo sfruttamento dei più deboli, il lavoro usato come mezzo di ricatto, lo spettro dell’emigrazione.
Ed eccoci al momento finale: il confronto con un testimone che ha avuto il coraggio di andare contro corrente, privilegiando la vocazione e il desiderio di realizzare se stesso alla ricerca del buono stipendio. In questo senso la storia di Gabriele NICHETTI è esemplare. Gabriele non nasce apicoltore, ma sogna di diventare ingegnere. Frequenta l’Itis, diviene informatico, ma non contento si laurea progettista di robot industriali. Il sogno dell’infanzia si è avverato. Trova subito lavoro e con soddisfazioni economiche non indifferenti.
Felice? Nonostante tutto no. Una certa insoddisfazione comincia a roderlo. Gli pesa la routine, mentre aumenta in lui il desiderio di vivere all’aria aperta. Inoltre si rende conto che quello che fa non lo realizza come persona. Si sente un ingranaggio anche lui, identico a quelli che progetta sempre più svogliatamente.
Così lentamente si fa strada l’idea di cambiare, ma non so tratta tanto di cambiare ditta o mansione. Il cambiamento che Gabriele sta maturando è molto più radicale: passare da un lavoro dipendente ad un lavoro autonomo, dove possa realizzarsi, diventando padrone di un’azienda, anche molto piccola.
Sono mesi difficili, perché è faticoso lasciare un lavoro per un altro sconosciuto e pieno di incognite. Alla fine il disagio che quotidianamente cresce infonde il coraggio per compiere il grande passo: Gabriele si licenzia, si mette in proprio e diventa apicoltore, producendo miele ed altri derivati.
La scelta dell’attività non è difficile, perché Gabriele ha sempre amato allevare api come hobby ed ama stare all’aria aperta. Inoltre non teme le punture delle api, anche se questo avviene praticamente tutti i giorni. Ben più difficile invece è mettere in piedi un’azienda, anche se a conduzione familiare. Significa creare un reddito, cioè far quadrare i conti in modo che a fine mese avanzi un utile per poter vivere. Significa sapersi “vendere”, cioè creare relazioni per farsi conoscere e poter vendere così il prodotto. Significa formare una rete di persone da trattare non tanto come semplici clienti che comprano, ma veri e propri estimatori che prima di darti i soldi si congratulano con te per come lavori.
Sono cose che si imparano col tempo, con l’esperienza e con i consigli degli amici.
Oggi non esiste né sabato né domenica, eppure a fine giornata, se non fosse per la stanchezza accumulata o per la famiglia che reclama la sua presenza, Gabriele lascia malvolentieri il lavoro.
Lo stipendio a fine mese non è sempre uguale e la fatica è quotidiana, eppure la mattina si va a lavorare con soddisfazione.
Qual è il messaggio che Gabriele lancia ai giovani presenti?
In primo luogo trovare nel lavoro svolto la propria soddisfazione personale. Per questo è necessario cercare di capire qual è la nostra vera passione. In secondo luogo credere che è sempre possibile, ad un certo punto della propria vita, cambiare strada anche se può sembrare difficile. E questo è possibile con due semplici atteggiamenti di fondo: non smettere mai di riflettere su se stessi e non perdere mai l’entusiasmo per quello che facciamo. Parola di Gabriele Nichetti. Per saperne di più: www.fioredelmoso.it